Cibo scaduto, si può mangiare? Oggi l’UE ci dà l’ok
9 Marzo 2023Si può mangiare cibo scaduto? E’ un argomento che abbiamo già affrontato in passato sulle pagine di questo magazine. E ci siamo dati una risposta che tutto sommato attinge al buon senso: ok lo yogurt che scade oggi o che è scaduto ieri, magari anche no il prosciutto che è scaduto una settimana fa, o un alimento maleodorante sulla superficie del quale fanno capolino muffe multicolori. Ma non tutti usano la stessa dose di buon senso e per questo motivo l’Unione Europea si sta adoperando per aiutare il consumatore a stabilire fino a dove può spingersi oltre nel consumo di tale o tal altro alimento “scaduto” . Come potete immaginare tuttavia, la faccenda non è del tutto facile. Visto che già in occasione della famosa etichetta “a semaforo” Nutriscore, ai “piani alti” hanno faticato a trovare un accordo, generando non poco scontento anche tra i produttori. Ma veniamo a noi e vediamo subito se l’UE ci dà il via libera a mangiare cibo scaduto, in che modo e soprattutto perché.
A Bruxelles si lavora ad un cambio di etichetta con l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare
Insomma, se già non ci bastava il semaforino colorato pronto ad ammonirci a non esagerare con un buon olio pugliese o con un pregiato vino del Friuli, o ancora ricordandoci che il blasonato Parmigiano Reggiano è grasso (cosa che a noi italiani, maestri di cucina e di dieta Mediterranea, fa non poco sorridere), adesso il cambio di rotta interessa le date di scadenza. Il motivo? Molti consumatori prendono le date di scadenza per “oro colato” e finiscono per gettare nell’immondizia cibo tutto sommato ancora buono e commestibile. Alla faccia della fame nel mondo e delle famiglia con difficoltà economiche. Insomma, la nuova etichetta è una strategia anti spreco.
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Cosa leggeremo in etichetta relativamente al cibo scaduto o sotto scadenza
E allora l’Unione Europea è al lavoro su una nuova tipologia di etichetta più precisa ed esaustiva sul tema dei tempi massimi consentiti per il consumo. E quindi, accanto alla consueta dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il”, se ne aggiungerà una seconda, che reciterà così: “spesso buono oltre il”. Il realtà la decisione non è ancora ufficiale: si tratta solamente di una bozza della revisione della normativa sulle date di scadenza degli alimenti. Si presume dunque con questa seconda dicitura che il consumatore sia meno indotto a gettare irrimediabilmente l’alimento nell’immondizia, e che anzi decida di dagli un’ultima “chance”! Un’iniziativa virtuosa, dunque, orientata a ridurre lo spreco alimentare ma anche economico, dal momento che il cibo che scioccamente non consumiamo in tempi brevi e gettiamo nell’immondizia, è anche cibo che forse dimentichiamo di aver pagato.
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